La Diga Nitti

Nella legenda poetica, la Diga Nitti è il posto della cattura dell'acqua e della sua storia di ribellione e canto.

La costruzione della Diga parte con l'approvazione del progetto di costruzione del bacino idrogeografico nel settembre 1912. Un progetto energetico rientrato fra le proposte di ripartenza e autonomia economica immaginate per il Meridione.

È una delle opere di archeologia industriale nazionale più importanti nella storia europea. La Diga, le opere di tubazione, i cuniculi e la torre idrometrica hanno rappresentato un momento di grande innovazione per tutto il Sud. Le due linee di trasmissione, Bella-Muro, Ruoti, Avigliano, Potenza, Genzano, Pietragalla, Acerenza e Banzi da un lato e Muro Lucano, Castelgrande, Pescopagano, e Calitri dall’altro rendono chiaro il valore del progetto per l'intero territorio.

La figura del Ministro fu cruciale. Fu l'ingegner Angelo Omodeo a dirigere i lavori eseguiti dall'impresa potentina Buonasorte. Oltre agli artigiani locali, le paratoie vennero realizzate dalla Sbarramenti Automatici di Zurigo mentre la Escher Wyss & C. si occupò della costruzione delle gigantesche turbine. Gli organi di scarico vennero costruiti presso l'impresa Togni di Brescia e Le Fabbriche Riunite di Cementi e Calce bergamasche fornirono il cemento.



Due anni dopo, il 23 giugno 1914, tutte le maestranze, le imprese appaltatrici e i fornitori si ritrovarono per dare inizio ai lavori della prima diga artificiale del Sud Italia. La costruzione non fu solo un'opera di ingegno che coinvolse operai e tecnici. Donne e uomini, bambine e bambini presero parte alle attività collaterali, guardando la gigantesca opera crescere e fiorire tra le rocce nel luglio 1917. Nel novembre dello stesso anno è pronta a riempirsi d'acqua.

La roccia non regge alla forza dell'acqua che trova spazio tra le pareti della montagna: è il febbraio 1918 e le perdite sono così importanti da farsi urlo tra le rocce. I lavori di ripristino furono anche lavori di grande innovazione e portarono in Italia il cement gun. Nel 1920 la diga torna alle sue attività senza aver sigillato le perdite. Con grande dispendio di danaro, i lavori si protraggono fino al 1929. A testare la resistenza dell'opera arrivò un fragoroso nubifragio: la Diga resse. La capacità massima di 10 milioni di mq di  acqua diventa oggi dato indispensabile per comprendere la magnificenza dell'opera che fino al 1970 fu operativa.                         
Mentre nel 1975 nuovi lavori di consolidamento furono previsti dal Servizio Nazionale Dighe, fu  il terremoto del 1980 a chiudere definitivamente ogni nuovo progetto di riapertura.